venerdì 19 settembre 2014

Basta con le etichette british. A tavola con gusto e intelligenza.

Qualche tempo fa mi sono occupato dell’etichettatura dei cibi in vendita nei Paesi del Nord Europa ed in particolare di quelli riportanti il cosiddetto “bollino semaforico”, http://parsifran.blogspot.it/2013/12/bollino-tavola-molto-british.htm in origine un fenomeno del tutto inglese, ma poi esteso ad altri Paesi della stessa area geografica.

In breve le legislazioni di questi Stati (tra cui l’Olanda, la Scandinavia e, appunto, il Regno Unito) hanno imposto alle industrie di generi alimentari e della distribuzione l’obbligo di etichettare preventivamente i cibi con queste particolari etichette così da permettere al consumatore “nord-europeo” di valutare, in un batter d’occhio,  se il cibo che si sta scegliendo sia ricco, ad esempio, di zuccheri oppure di grassi piuttosto che di sale.

All’epoca avevo paventato, ma non solo io, che dietro la giustificazione di natura salutistica si celasse, in realtà,  una sotterranea guerra di natura commerciale tesa a indebolire le economie di quei paesi del Sud Europa (tra cui la nostra Italia) produttori di eccellenze in campo alimentare e di conseguenza rafforzare il consumo dei loro prodotti interni, altrimenti soccombenti.

Ritengo sia superfluo ribadire l’assoluta “parzialità” dell’etichettatura attraverso l’uso dei colori rosso, giallo e verde (appunto come un semaforo) per indicare, ad esempio, il contenuto dei grassi in una bottiglia di olio extravergine d’oliva, come del sale in un ottimo prosciutto crudo.

Ora qualcosa deve essersi mossa se è vero che alcuni Paesi dell’area Mediterranea dell’Unione Europea hanno deciso (finalmente) di far sentire le proprie rimostranze, contro questa pseudo barriera commerciale innalzata a forza di etichette che nulla hanno a che vedere con la difesa della salute del consumatore.  

L’uso di queste etichette induce a pensare più di “pancia” (per restare in tema) che di testa, è fuorviante appiccicare un bollino rosso ad una boccetta di ottimo aceto balsamico di Modena solo per il quantitativo di zuccheri contenuti; è logico che il consumatore distratto davanti allo scaffale preferisca un anonimo aceto di vino etichettato con un bollino verde piuttosto che un prodotto di eccellenza.         

Finalmente è di questi giorni la notizia che la Commissione Europea ha deciso di avviare una procedura d’infrazione nei confronti dei Paesi che utilizzano questo assurdo bollino semaforico, in primis il Regno Unito. Firmatari del provvedimento 18 Paesi UE tra cui l’Italia.

E’ innegabile come la produzione agroalimentare Made in Italy, per la sua diversità, originalità, genuinità ed eccellenza sia oggetto di desiderio di aziende straniere (ormai tese, soprattutto in questo difficile momento economico, ad acquisire partecipazioni societarie dei nostri marchi alimentari, con conseguenti delocalizzazione di produzioni ed uso di materie prime differenti) o vittima molto spesso di contraffazioni.

Almeno su questo fronte, cari politici e cari media, facciamo sentire le nostre ragioni, non solo attraverso la minaccia di infrazioni ma educando i consumatori, tutti i consumatori, compresi quelli del Regno Unito e dintorni, a far comprendere loro che non basta un bollino colorato per tutelare la propria salute se non migliorano la loro conoscenza alimentare e non curano un perfetto stile di vita.    

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